L’associazione Internazionale dei Produttori Orticoli ha eletto il suo nuovo presidente: Leonardo Capitanio. L’annuncio è stato dato durante l’Assemblea generale del 74° Congresso annuale dell’AIPH ad Almere, nei Paesi Bassi. 

Leonardo Capitanio, coltivatore di piante ornamentali a Monopoli, ha in passato ricoperto il ruolo di Presidente dell’ANVE, l’Associazione Italiana Esportatori di Materiale Vivaistico. Inoltre, è stato anche vicepresidente dell’AIPH.

Oltre a confrontarci con lui sull’attenzione che in Italia viene data al concetto di “novità varietali”, di seguito un’anteprima dell’intervista che uscirà in forma integrale sul numero 003 di Agriflortec.

Lei è il primo presidente italiano di AIPH, un bel segnale anche per il settore nel nostro Paese. 

Mi riempie di orgoglio e soddisfazione aver raggiunto una posizione del genere. Mi piace dire che sono “un albero coltivato da tanti vivaisti”, perché negli anni sono stato sostenuto e ho ricevuto insegnamenti da tanti colleghi e amici, che mi hanno consentito di avanzare in questo mondo di rappresentanza specializzata del settore. Al di là degli aspetti personali, spero che potrà essere un’occasione per il vivaismo italiano, perché siamo apprezzati e stimati a livello internazionale. Tutti sanno che abbiamo competenze, specializzazione, varietà e storia, ma purtroppo pecchiamo un po’ di comunicazione e rappresentanza. Siamo bravissimi a vendere piante, ma su temi dove c’è da discutere, come questioni fitosanitarie internazionali o relative ai diritti sull’ibridazione, a volte stentiamo a far sentire la nostra voce a livello internazionale. 

Prendendo l’incarico ha detto che vorrebbe aiutare il settore a superare questo momento difficile, passato dalla pandemia alla crisi, non solo energetica.

Come in ogni periodo di crisi stiamo vivendo un momento in cui molte aziende piccole affrontano serie difficoltà e quelle grandi lo diventano sempre di più. Per questo motivo ho detto che durante la mia presidenza voglio essere attento alle grandi aziende, perché sono il traino e di stimolo per il settore. A loro andrà data la giusta attenzione, ma non voglio dimenticare le aziende piccole a conduzione familiare, perché sono quelle che hanno sempre caratterizzato il nostro settore, che non parte come grande industria, ma da passione e aziende a conduzione familiare. Sono le aziende che custodiscono competenze, che hanno bisogno di struttura e di sostegno.

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